domenica 28 gennaio 2007

Bene, ora Class Action

LIBERALIZZAZIONI
11/01/2007
Le associazioni: "Bene, ma ora la class action e interventi su cellulari e bancomat"
“Un cambiamento culturale con risultati concreti, in termini di maggiori opportunità di scelta e di minori costi, che si stanno evidenziando soprattutto in alcuni settori come i farmaci da banco, i taxi e i conti correnti bancari”. E’ questo il commento di Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino (Mdc), sui primi sei mesi della riforma “Bersani”. Secondo Longo “è ancora forte la resistenza delle categorie professionali” e per questo “è necessario che tutti facciano sentire una voce forte a favore di questi cambiamenti che combattono rendite di posizione consolidate, balzelli e in qualche caso veri e propri taglieggiamenti”. Il presidente Mdc si riferisce soprattutto ai costi di ricarica dei cellulari e a quelli dei prelievi bancomat che arrivano in Italia fino a 2 euro mentre in altri paesi europei sono assolutamente gratuiti. “Ci aspettiamo, quindi, ulteriori provvedimenti di liberalizzazione da parte del Ministro Bersani e ulteriori interventi da parte delle Autorità di regolamentazione delle tlc, energia e Antitrust” conclude Longo.Preme invece sulla class action e la riforma delle professione il Movimento Consumatori. Il presidente Lorenzo Mozzi ha ribadito la necessità che siano approvati al più presto. “Ci rendiamo conto che le lungaggini burocratiche rallentano i tempi, come sottolineato del resto dal ministro stesso – ha spiegato - ma ancora una volta abbiamo il dovere di porre l’accento sull’importanza di questi provvedimenti per aprire ulteriormente la strada ad un mercato sempre più concorrenziale a vantaggio dei consumatori”.Federconsumatori plaude all’annuncio di Bersani su l’eliminazione della tassa di ricarica dei cellulari. “Questo costo è una specificità italiana, - ha sottolineato l’associazione . noi paghiamo gli altri Paesi no. L’ammontare del barzello ammonta a 1,7 miliardi di Euro “. In più, ha aggiunto Federconsumatori, “la filosofia di fondo di questa ‘tassa’ è desolante e iniqua poiché chi ha meno paga di più. Lo studente e il pensionato che comprano una ricarica da 10 o 30 euro sono bastonati più di un manager che ne compra una da 250 euro”. Amplia il campo l’Adoc e chiede, alla luce della proposta di abolire i costi di ricarica dei telefoni cellulari, di sopprimere anche “l’anacronistica tassa di concessione governativa in capo agli utenti privati che hanno l’abbonamento con una compagnia telefonica, istituita nel ‘92 cioè quando il telefonino era un mezzo di comunicazione elitaria e poco diffusa”.“Chi ha un abbonamento – spiega il presidente Carlo Pileri – spende 5 € (12 per chi li porta in detrazione) al mese per la tassa di concessione governativa. Questa cifra, moltiplicata per i 3 milioni di utenti privati abbonati, fa 15 mln di € al mese intascati dallo Stato oltre l’Iva, 180 mln annui”.“E’ una tassa – conclude Pileri – che non esiste in altri paesi, che è in capo solo agli abbonati privati e che, dopo la sacrosanta presa di posizione del Ministro Bersani contro i costi di ricarica, non ha davvero più motivo di essere”

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